martedì 12 ottobre 2010

Le cooperative Socio-Sanitarie e i Diritti mancati

* di Antonietta Mancone

Le lavoratrici ed i lavoratori delle cooperative socio-sanitarie compongono un esercito di persone che, quotidianamente, con dedizione e professionalità, si occupano della società più svantaggiata. Un esercito silenzioso, fantasma per la particolarità che lo contraddistingue nell’agire operativamente, con un posto di lavoro che non ha una identità fisica definita , ma è ogni luogo sempre e comunque a fianco dell’ “altro”.
In passato questi servizi venivano svolti esclusivamente da persona mosse da particolare sensibilità (volontariato), mentre attualmente la necessità di organizzare e pianificare gli interventi ha reso fondamentale strutturare i piani operativi con l’inclusione di personale specializzato.
Questo ha rivoluzionato la modalità di gestione dello stato sociale, configurandolo in un sistema economico ben definito nel quale, tra i diversi attori, trovano ampio spazio le società cooperative alle quali è demandato il compito di gestire i fondi erogati dallo stato per il sociale.
Non credo di esagerare nel voler definire questo sistema lavorativo una vera e propria impresa; un sistema cooperativo forte è un valore aggiunto per l’economia del paese. Ed è in quest’ottica che deve maturare altresì una nuova concezione del lavoratore sociale come valore aggiunto, affermandone consistenza e dignità a tutti gli effetti.
Vero è che i continui tagli dello stato ai fondi per il sociale lasciano presagire, e ce ne stiamo effettivamente rendendo conto, tempi di grande incertezza; tuttavia questo non può demotivarci completamente rispetto a qualsiasi forma di lotta sindacale per l’affermazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di questo comparto.
In passato la disciplina delle società cooperative è stata nel mirino dei legislatori in quanto considerata non più idonea e adeguata alle sopravvenute esigenze; successivamente l’art.7 della legge 142 aveva posto attenzione alla posizione del socio-lavoratore, conferendo mandato al governo di emanare decreti legislativi in materia di controlli e verifiche. Tale delega ha avuto attuazione con emanazione del decreto legislativo n.220 del 2002 con il quale è stata riordinata la materia della vigilanza sugli enti cooperativi, con l’introduzione di alcune novità che hanno reso i controlli più agili e penetranti.
Si deve comunque rimarcare che, spesso, gli enti appaltanti, seppur nelle convenzioni siano previste le suddette regole, non fungono da organo di controllo lasciando, così, libero arbitrio agli amministratori delle società i quali non mancano di sottoporre a stress e ricatti le lavoratrici ed i lavoratori.
Spesso i contratti vengono liberamente interpretati, con diciture fantasiose, le retribuzioni vengono effettuate sulle “ore effettivamente prestate” , ovvero la mattina, quando inizi a lavorare, ti devi augurare che il tuo utente sia ancora in salute, che non sia estate o un periodo di ferie e quindi le scuole sono aperte, ecc. Diversamente rischi che il già non lauto stipendio sia drasticamente ridotto dalla mancanza di ore di lavoro.
La consapevolezza di essere non “oggetto” ma “soggetto” lavorativo, che l’unione sprigione forza, che il senso del dovere implica anche diritti, ha reso possibile azioni sindacali che hanno portato a migliorare la nostra situazione, anche se il percorso ancora da fare per una piena attuazione dei nostri diritti è ancora lungo.
Uno stato democratico che non fortifica ma anzi, al contrario, recide la sua parte più debole, non mi convince quando si definisce “civile”, ed evoca alla memoria storie gravi e tristi che hanno fatto parte anche della storia del nostro paese.
* Direttivo Provinciale FP CGIL L’Aquila

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