Anche nel senso comune è ormai consueto accettare il fatto che ci sia nel mercato del lavoro una classificazione dei lavoratori e delle lavoratrici basata sui diritti di cui questi e queste possono godere a partire dal proprio contratto di lavoro.
Lavoratori e lavoratrici di serie A, i dipendenti con contratto di subordinazione regolato dai contratti collettivi nazionali; lavoratori e lavoratrici di serie B, i vari precari con contratto variamente atipico, Co.Pro., Co.Co.Co., somministrati, ecc.. Il terremoto con il suo impatto devastante, anche sul lavoro, ha stravolto la vita ed il lavoro di tutte e tutti gli abitanti della città, ma ha lasciato perfettamente invariata questa classificazione: ci sono ancora lavoratori terremotati di serie A e lavoratori terremotati di serie B. Anzi, nella sua durezza, ci ha mostrato differenze, e quindi classificazioni,che prima non avevamo visto o almeno che avevamo molto sottovalutato.
Nei giorni immediatamente successivi al sisma del 6 aprile 2009, una lunga e continua fila di lavoratori e lavoratrici si è presentata ai nostri uffici di emergenza sorti al campo allestito presso Murata Gigotti a Coppito. Tutti e tutte volevano sapere quale sarebbe stato il destino del loro lavoro dopo quanto era successo: si trattava di rendersi conto che in moltissimi casi, le persone avevano perso non solo il lavoro, ma proprio il luogo fisico in cui fino al giorno prima, fino a 50 secondi prima, lavoravano.A tutti e a tutte abbiamo provato a spiegare quanto il Governo stava approntando per affrontare quella emergenza e che di li a qualche giorno avremmo fornito indicazioni più chiare sul da farsi, convinti che in una situazione così drammatica, nessuno sarebbe Il Decreto Abruzzo della fine di Aprile è intervenuto come primo strumento per affrontare quella grave situazione, riservando notevoli sorprese. Oltre alla regolamentazione della Cassa Integrazione Guadagni in deroga per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici dipendenti di aziende danneggiate dal sisma e che a causa del sisma hanno dovuto
interrompere o ridimensionare il loro volume di attività, il Governo ha pensato anche ai precari! Ha istituito un Contributo per lavoro autonomo da erogare a quanti, tra i lavoratori e le lavoratrici autonome avevano perso il lavoro a causa del sisma.
Il contributo è stato di 800 euro per massimo 3 mesi! In totale, 2400 euro. Dal 6 aprile 2009 ad oggi, soltanto un massimo di 2400 euro!!!
Il Governo ha individuato, quali beneficiari del contributo, i lavoratori autonomi intesi come liberi professionisti, commercianti e piccoli artigiani che hanno perso la loro attività a causa del sisma. A questi, il Governo-“del fare”-“non lasceremo solo nessuno”, ha pensato di aggiungere anche i collaboratori a progetto, con qualche importante distinzione: hanno avuto diritto al Contributo quei collaboratori che erano in regime di mono-committenza, ossia una sola collaborazione attiva con un solo committente alla data del sisma, che avevano un numero sufficiente di contributi già versati e che avevano avuto un reddito nell’anno precedente, compreso tra i 5 mila ed i 13 mila euro. Tutti gli altri non hanno avuto diritto a NULLA.
Altre sorprese ha riservato il Governo-“del fare”-“non lasceremo solo nessuno” con il decreto Abruzzo. Ha totalmente dimenticato una intera categoria di lavoratori e di lavoratrici: quelli con contratto di associazione in partecipazione.
Lavoratori e lavoratrici di serie A, i dipendenti con contratto di subordinazione regolato dai contratti collettivi nazionali; lavoratori e lavoratrici di serie B, i vari precari con contratto variamente atipico, Co.Pro., Co.Co.Co., somministrati, ecc.. Il terremoto con il suo impatto devastante, anche sul lavoro, ha stravolto la vita ed il lavoro di tutte e tutti gli abitanti della città, ma ha lasciato perfettamente invariata questa classificazione: ci sono ancora lavoratori terremotati di serie A e lavoratori terremotati di serie B. Anzi, nella sua durezza, ci ha mostrato differenze, e quindi classificazioni,che prima non avevamo visto o almeno che avevamo molto sottovalutato.
Nei giorni immediatamente successivi al sisma del 6 aprile 2009, una lunga e continua fila di lavoratori e lavoratrici si è presentata ai nostri uffici di emergenza sorti al campo allestito presso Murata Gigotti a Coppito. Tutti e tutte volevano sapere quale sarebbe stato il destino del loro lavoro dopo quanto era successo: si trattava di rendersi conto che in moltissimi casi, le persone avevano perso non solo il lavoro, ma proprio il luogo fisico in cui fino al giorno prima, fino a 50 secondi prima, lavoravano.A tutti e a tutte abbiamo provato a spiegare quanto il Governo stava approntando per affrontare quella emergenza e che di li a qualche giorno avremmo fornito indicazioni più chiare sul da farsi, convinti che in una situazione così drammatica, nessuno sarebbe Il Decreto Abruzzo della fine di Aprile è intervenuto come primo strumento per affrontare quella grave situazione, riservando notevoli sorprese. Oltre alla regolamentazione della Cassa Integrazione Guadagni in deroga per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici dipendenti di aziende danneggiate dal sisma e che a causa del sisma hanno dovuto
interrompere o ridimensionare il loro volume di attività, il Governo ha pensato anche ai precari! Ha istituito un Contributo per lavoro autonomo da erogare a quanti, tra i lavoratori e le lavoratrici autonome avevano perso il lavoro a causa del sisma.
Il contributo è stato di 800 euro per massimo 3 mesi! In totale, 2400 euro. Dal 6 aprile 2009 ad oggi, soltanto un massimo di 2400 euro!!!
Il Governo ha individuato, quali beneficiari del contributo, i lavoratori autonomi intesi come liberi professionisti, commercianti e piccoli artigiani che hanno perso la loro attività a causa del sisma. A questi, il Governo-“del fare”-“non lasceremo solo nessuno”, ha pensato di aggiungere anche i collaboratori a progetto, con qualche importante distinzione: hanno avuto diritto al Contributo quei collaboratori che erano in regime di mono-committenza, ossia una sola collaborazione attiva con un solo committente alla data del sisma, che avevano un numero sufficiente di contributi già versati e che avevano avuto un reddito nell’anno precedente, compreso tra i 5 mila ed i 13 mila euro. Tutti gli altri non hanno avuto diritto a NULLA.
Altre sorprese ha riservato il Governo-“del fare”-“non lasceremo solo nessuno” con il decreto Abruzzo. Ha totalmente dimenticato una intera categoria di lavoratori e di lavoratrici: quelli con contratto di associazione in partecipazione.
Per inciso, il contratto di associazione in partecipazione, stabilisce che l’associante (imprenditore) attribuisca all’associato (lavoratore) una partecipazione agli utili dell’azienda. Gli elementi che caratterizzano tale contratto sono costituiti dall’apporto dellavoratore e dalla sua partecipazione agli utili dell’impresa o di un determinato affare. Può costituire oggetto dell’apporto dell’associato una prestazione di carattere patrimoniale oppure una prestazione d’opera. Nei fatti l’apporto dell’associato (lavoratore) è sempre una prestazione d’opera.
Si pensi ad esempio a tutti quei negozi che prima del terremoto popolavano le vie principali e secondarie del Centro Storico. In ognuno di quei negozi c’era un commesso o, più spesso, una commessa impiegata. Nella quasi totalità dei casi, si trattava di una lavoratrice con contratto di associazione in partecipazione. E’ di loro che il Governo-“del fare”-“non lasceremo solo nessuno” si è totalmente dimenticato.
Si pensi ad esempio a tutti quei negozi che prima del terremoto popolavano le vie principali e secondarie del Centro Storico. In ognuno di quei negozi c’era un commesso o, più spesso, una commessa impiegata. Nella quasi totalità dei casi, si trattava di una lavoratrice con contratto di associazione in partecipazione. E’ di loro che il Governo-“del fare”-“non lasceremo solo nessuno” si è totalmente dimenticato.
Quelle ragazze, quelle donne, spesso giovani, ma anche meno giovani e con dei figli da mantenere, non hanno avuto NULLA.
Hanno vissuto il terremoto, hanno perso casa, famigliari, amici, luogo di lavoro, lavoro, città, vita, TUTTO. E di loro, il Governo-“del fare”-“non lasceremo solo nessuno” si è dimenticato.
Per il Governo non erano titolari di contratto a progetto e non erano libere professioniste quindi non potevano beneficiare del Contributo per lavoro autonomo, erano lavoratrici autonome solo in punta di codice civile, ma non nella pratica e quindi non potevano beneficiare del Contributo.
Insomma c’erano, ma non c’erano. Esistevano, ma non esistevano. Lavoravano, ma non lavoravano. Erano precarie, ma ancor meno che precarie.
Hanno vissuto il terremoto, hanno perso casa, famigliari, amici, luogo di lavoro, lavoro, città, vita, TUTTO. E di loro, il Governo-“del fare”-“non lasceremo solo nessuno” si è dimenticato.
Per il Governo non erano titolari di contratto a progetto e non erano libere professioniste quindi non potevano beneficiare del Contributo per lavoro autonomo, erano lavoratrici autonome solo in punta di codice civile, ma non nella pratica e quindi non potevano beneficiare del Contributo.
Insomma c’erano, ma non c’erano. Esistevano, ma non esistevano. Lavoravano, ma non lavoravano. Erano precarie, ma ancor meno che precarie.
Erano precarie di serie B.
Lina FacciaSegretaria NIDIL-CGIL L’Aquila
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